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Bodypainting Day 2016
While most days you’d get arrested if you walked fully nude down the sidewalk at 47th Street and Second Avenue in New York City — topless is fine, for all genders; bottomless is not, fo…
Sorgente: Bodypainting Day 2016
le lettere di Vincent Van Gogh
il tempio etrusco

A differenza del tempio greco il tempio etrusco non è la dimora del dio, ma un luogo consacrato, di culto, preghiera e di offerta, vi si praticava la divinazione; tutte le attività religiose e magiche erano gestite da una potente classe di sacerdoti e indovini, gli arùspici. Per gli archeologi il tempio è quindi giacimento di reperti.
Il tempio etrusco, per la cui costruzione erano stabilite precise regole, era caratterizzato da una pianta quasi quadrata.
La metà anteriore era costituita da un portico colonnato, la metà posteriore era occupata da tre celle, ospitanti le statue di tre divinità, oppure da una cella singola fiancheggiata da due ali aperte.
A parte per il basamento e per le fondamenta, venivano utilizzati materiali leggeri e deperibili: mattoni crudi per i muri, e legno per la struttura.
Il tetto era a doppio spiovente, molto ampio e basso, di notevole sporgenza laterale, e sulla facciata dominava un frontone triangolare aperto o chiuso. Il tetto era completato da un complesso sistema di elementi decorativi e di protezione in terracotta dipinta a colori vivaci, a rilievo e a tutto tondo. Tra questi elementi vi erano gli acroteri, che venivano posti sulla sommità del tempio e agli angoli degli spioventi, e le antefisse, che venivano sistemate a chiusura delle tegole di copertura.
l’immagine è tratta da: Gli Etruschi, Di Giuseppe M. Della Fina, su google books
Dei templi etruschi oggi rimangono solo i basamenti in pietra. Le colonne e il tetto in legno, le pareti in mattoni, le decorazioni in terracotta e in stucco, sono quasi completamente perdute, rimangono solo rari frammenti.

Le forme e le caratteristiche del tempio etrusco oggi le possiamo ricostruire, sia da modellini votivi, che li riproducono in piccolo; sia dalle descrizioni dell’architetto e trattatista romano Vitruvio; sia dalle tracce delle strutture e dai frammenti.
Una delle caratteristiche del tempio etrusco è il podio: alto basamento in pietra, in genere di tufo, di forma rettangolare e scalinata di accesso sulla fronte.
Il podio non ha solo la funzione di innalzare il tempio perchè sia ben visibile da ogni punto della città e sottolineare l’importanza dell’edificio. Ha anche una funzione religiosa e simbolica che deriva da un rituale antichissimo (di origine preistorica) che è quello dell’auspicio. Il tempio è inteso come porzione di terreno delimitata e sacra, appositamente soprelevata per simboleggiare una sorta di proiezione della volta celeste sulla terra, liberata con particolari riti magici dalla presenza di spiriti maligni.
Dopo la scalinata, sulla parte anteriore si incontra un portico tetràstilo, (pronao) che in genere ha 2 file di colonne con base di pietra e fusto di legno.

Le colonne sono colorate e rastremate verso l’alto, ma sono prive di entasi, il rigonfiamento intermedio. Sono meno slanciate di quelle greche, hanno proporzioni diverse. I capitelli ricordano vagamente quelli greci, ma sono più seplificati nelle forme.
La parte posteriore del tempio è occupata in genere da tre celle, divise e con ingressi indipendenti, dedicati a tre diverse divinità. Infatti la religione etrusca era politeista comprendeva gli dei superiori (con un dio supremo, Tinia), esseri ultraterreni e demoni, spesso rappresentati nelle sculture in terracotta, bronzo o pietra, o nelle pitture sui vasi o sulle pareti delle tombe.

Oltre alla decorazione pittorica, il tempio etrusco è decorato con frontoni a rilievo, cornici e architravi con motivi vegetali, antefisse e acroteri in terracotta, con forme vegetali, animali, e soprattutto figure sacre e demoniache. Si tratta sempre di elementi religiosi o simbolici.
da A. Cocchi geometriefluide.com
la prima basilica di San Pietro
La basilica di San Pietro che conosciamo non è quella originaria bensì la seconda, la prima fu costruita all’epoca dell’imperatore Costantino.
il circo
In origine in quest’area alle pendici del colle Vaticano era stato costruito un grande Circo privato degli imperatori, simile nella forma all’attuale Circo Massimo, per non più di 20.000 spettatori; esso si sviluppava nella direzione del fiume Tevere, nei pressi del lato sinistro dell’attuale basilica, per una lunghezza pari alla chiesa più la piazza (540 m) e per una larghezza di circa 100 m. Era il Circo di Caligola, o Circo di Nerone, iniziato da Caligola e finito da Nerone; accanto ad esso sorgeva un complesso di palazzi, templi e giardini. Vi si tenevano corse di cavalli, bighe e quadrighe, cui assisteva la corte imperiale e raramente il popolo. L’area da dove partivano le corse (i Carceres) era situata nella parte terminale della attuale piazza San Pietro, mentre quella del lato curvo sta a una decina di m dall’abside di San Pietro.
Ancora nel III sec. d.C. era attivo, racconta Eliogabalo che qui guidava quadrighe tirate da elefanti. Già allora la pista era ingombra di sepolcri che dai lati del Circo erano stati edificati in una serie rettilinea lungo la strada che conduceva fino al fiume.
La spina del circo era ornata da un obelisco , lo stesso che oggi svetta in piazza san Pietro, era autentico egiziano. In origine era in coppia con un altro obelisco ad Heliopolis, (città del sole), eretti al Dio Sole dal Faraone Nencareo, figlio di Sesoside, per ringraziare di aver recuperato la vista. Successivamente fu trasportato ad Alessandria d’Egitto nel Foro di Giulio da Augusto nel 30 a.C. quando conquistò l’Egitto. Infine nel 37 d.C. Caligola lo fece trasportare a Roma per decorare la spina del Circo apponendo sulla base un’iscrizione celebrava Augusto e Tiberio. (fonte www.romanoimpero.com)
la basilica costantiniana (prima basilica di san Pietro)
Nel IV Secolo l’Imperatore Costantino volle far costruire una basilica nel punto dove era stato tumulato l’apostolo Pietro, sul colle Vaticano, inglobando le vestigia precedenti. La costruzione iniziò tra il 319 d.c ed il 324 d.c. terminando nel 337 d.c. con la morte dell’imperatore. Fu molto difficile realizzare questo progetto per questioni tecniche e logistiche dovute alla localizzazione esatta della tomba di S.Pietro e all’interramento della necropoli vaticana e dei dislivelli del colle Vaticano.

Il complesso di edifici aveva un’aspetto grandioso anche se era notevolmente più piccolo della basilica odierna. Dalle fonti esistenti si capisce che c’era quadriportico anteriore, con una fontana centrale (cantharus) ricoperta da otto colonne in bronzo con aggiunta successiva di una Pigna bronzea (dal Mausoleo di Adriano – poi trasferita al cortile Vaticano); La basilica era a 5 navate con la navata centrale più alta, la larghezza totale era circa di 63 metri. All’incrocio con il transetto si trovava la presunta tomba di Pietro.
Un baldacchino con quattro colonne tortili raffiguranti tralci di vite, ricopriva la tomba e transenne in marmo la circondavano.

Nella stessa area, dove un tempo c’era la spina del circo a fianco dell’obelisco, in età pagana furono edificati anche due mausolei, “Rotonde“, collegati fra loro, uno dei quali era dedicato alla moglie dell’Imperatore Onorio; esternamente erano di forma circolare e internamente ottagonale, con otto grandi nicchie nel muro. In seguito i due edifici gemelli furono trasformati in chiese, uno consacrato a santa Petronilla poi demolito nel 1520 per la costruzione della nuova Basilica di San Pietro, l’altro consacrato a S. Maria della Febbre fu demolito nel XVIII secolo.
piazza monte gaudio (testo originale)
Ricostruzione video delle fasi della basilica Costantiniana ovvero la prima basilica di San Pietro.
L’Episcopio
L’episcopio è un dispositivo ottico che permette di proiettare su un supporto fisico, quali ad esempio uno schermo di proiezione o un muro, l’immagine in presa diretta da originali opachi, quali libri, fotografie, stampe, giornali, e anche piccoli oggetti tridimensionali come monete.
I raggi emessi dalla sorgente a, resi paralleli da un condensatore ottico b e inviati sull’oggetto AB, generalmente posto in un piano orizzontale, sono poi da esso diffusi, e quindi riflessi dallo specchio c: l’obiettivo d forma l’immagine ingrandita A′B′ proiettata su uno schermo.
da qui: treccani.it
Uso dell’Episcopio per riprodurre immagini su parete.
Gli episcopi moderni (sempre più rari) appaiono come un ibrido tra una piccola fotocopiatrice da tavolo e un videoproiettore, e sono costituiti da un piano in vetro sul quale va posto l’originale opaco o l’oggetto tridimensionale da proiettare, solitamente con dimensioni non superiori a 15 cm di altezza. Sotto questo vetro, un sistema di lampade illuminerà sufficientemente l’oggetto, che rifletterà la sua immagine nel sistema di specchi e lenti che ne consentono la proiezione sullo schermo. Un vetro sovrasta il sistema di ottica (solitamente a 5 elementi) che offre un ingrandimento da 3x fino a 8x. Le lampade possono essere di tipo alogeno o a vapori metallici, in gruppi da 2 o da 4, per una potenza media complessiva di circa 800-1200 Watt. Le dimensioni di un comune episcopio moderno possono quantificarsi indicativamente in 400 x 300 x 500 mm (L x H x P).
Un enorme vantaggio dell’episcopio è la semplicità e la prontezza all’uso, poiché l’originale viene direttamente proiettato. L’immagine non deve essere precedentemente catturata, convertita o digitalizzata in alcun modo, ma semplicemente posta sul piano di proiezione. Dal momento, però, che gli episcopi sono dispositivi che funzionano col principio della luce riflessa, necessitano di lampade molto più potenti, con grande consumo energetico, e lenti molto più grandi e pesanti rispetto a quelle impiegate dalla comuni lavagne luminose, che invece lavorano solitamente per luce diretta. Per lo stesso motivo gli episcopi vanno solitamente impiegati in stanze quasi totalmente oscurate.
Gli episcopi sono tipicamente impiegati per proiettare immagini da pagine di libri, disegni, piccoli oggetti (soprattutto in geologia e biologia). Viene inoltre impiegato da artisti di vario tipo durante la produzione delle loro opere (ad esempio proiettando su un muro lo schizzo precedentemente realizzato su carta). Sono inoltre stati realizzati episcopi giocattolo (a tema) che però non offrono sicuramente una nitidezza e luminosità dell’immagine tale da consentirne un uso intensivo.
Lo specchio concavo
Uno specchio concavo è in grado di proiettare un’immagine su una superficie piana.
Nel breve filmato a questo indirizzo: video , il pittore David Hockney mostra come funziona la proiezione di un’immagine da una fonte ben illuminata (esterna alla finestra) a una superficie (in questo caso una parete) in una camera poco illuminata, tramite uno specchio concavo.
Questo è quello che alcuni studiosi ipotizzano sia stato il metodo usato da Caravaggio, che per illuminare meglio i suoi soggetti, all’interno del suo studio, praticò un buco nel tetto.
da qui: cultorweb.com
Camera lucida
La camera lucida è un dispositivo ottico utilizzato come ausilio per il disegno. Il brevetto risale al 1806 ed appartiene a William Hyde Wollaston. Non è altro che la reinvenzione di un dispositivo risalente ad almeno due secoli prima, descritto da Keplero nella sua opera Dioptrice (1611), nella quale si parla di un obiettivo composto da due lenti, una divergente e una convergente.
Il termine “camera lucida” fu coniato dallo stesso Wollaston.
Permette di sovrapporre otticamente l’immagine da ritrarre sulla superficie sulla quale si sta disegnando. L’artista può vedere contemporaneamente sia la scena che la superficie del disegno come in una doppia esposizione fotografica. Questo permette di trasferire i punti chiave dalla scena alla superficie di disegno, grande aiuto per un’accurata resa prospettica. L’artista può anche tracciare facilmente i contorni degli oggetti nella scena.
Questo lo schema di funzionamento della Camera Lucida.
Grafoscopio una camera lucida in una vecchia reclame.
Vecchio gioco per ragazzi.
Schema di autocostruzione.
Anche qui istruzioni di autocostruzione: motherearthnews.com
Crayola ha commercializzato di nuovo la Camera Lucida come Sketch Wizard, in Italia Disegna Tutto.
Moderna Camera Lucida professionale.
Su iTunes si può trovare un’applicazione per iPhone e iPad che trasforma i vostri apparecchi in una sorta di Camera Lucida, in particolare permette di vedere attraverso lo schermo il foglio e in trasparenza una immagine caricata sdal telefono.
Specchio Claude o specchio nero
Lo “specchio Claude” o specchio nero è un dispositivo di visualizzazione del paesaggio, uno strumento ottico pre-fotografico che è stato molto popolare nel XVIII e XIX secolo soprattutto per l’uso che ne hanno fatto i pittori.
Alex McKay, uno specchio nero riflette le rovine dell’abbazia di Tintern nel Monmouthshire (Galles)
Anche i Macchiaioli si servirono di un metodo simile. I bianchi e i neri, questa sorta di non-colori percepiti come punti di confronto e di risalto sulla tela, stregarono questi artisti. (A differenza dei contemporanei Impressionisti, che abolirono il nero dalle loro tavolozze) Essi osservarono come su di esso i toni degli altri colori si facessero più netti.
Proprio per quanto riguarda il nero, Cristiano Banti, nelle sue ricerche cromatiche sfruttò il sistema dello “specchio nero” per meglio cogliere i contorni delle figure. Egli faceva riflettere il paesaggio su di uno specchio nero, annerito attraverso il fumo, in modo tale che esso apparisse senza scintilii di luce e affinchè le figure e le cose vi si stagliassero quali silhouette.
G.Fattori, bovi al carro
Il nome “specchio Calude” deriva dal fatto che può riflettere la visione di un paesaggio con un’immagine simile a un dipinto di Claude Lorraine (1600-1682). Per le sue caratteristiche era anche definito “Black mirror” (specchio nero).
Solitamente erano piccoli specchi, neri, convessi, generalmente tascabili e quindi facilmente utilizzabili sia dai pittori che dai viaggiatori che lo usavano per contemplare, riconfigurare, copiare o disegnare il panorama. La prospettiva distorta, infatti, altera la saturazione del colore comprimendo i valori tonali, con una perdita di dettaglio (in particolare nelle ombre), ma con un’unificazione complessiva della forma e della linea. Lo specchio Claude era quindi utile a rendere più gestibile la dimensione di un grande scenario naturale (panorama), rendendolo più facilmente riproducibile e disegnabile.
Collezione storica di strumenti scientifici della Transylvania University a Lexington, Kentucky.
Per facilitare l’ultilizzo con matita e taccuino questi dispositivi avevano dei gancetti con cui potevano essere appesi (anche ad un ramo di un albero) liberando così le mani per disegnare.
da: cultorweb.com
Costruzione della cupola di Santa Maria del Fiore (Brunelleschi)
Un video su youtube del National Geographics sulla cupola del Brunelleschi:
in italiano, da vedere, semplice, sciocco e intuitivo, ma utile.
Altri quattro video da youtube in inglese, più completi:
ripetitivo ma utile.