cupole a confronto

Elemento espressivo dell’architettura romana, che ne sperimenta le varie soluzioni (dalla c. ovoide del sudatorio dei Bagni Stabiani a Pompei, del 2° sec. a.C., alla c. della sala ottagona della Domus Aurea, alla struttura nervata del Tempio di Minerva Medica; fig. A), la copertura a c. si trova in vari edifici paleocristiani a Roma, a Milano, a Gerusalemme, a Ravenna. Dal 6° sec. il sistema di copertura a c. si sviluppa soprattutto nell’area bizantina in un complesso rapporto con la tradizione romana e con il mondo cristiano orientale (c. di S. Sofia a Costantinopoli; fig. B). Il rapporto con l’arte bizantina è evidente nelle c. islamiche (fig. C), ma dal 10° sec. le innervature ad arco si moltiplicano in un caratteristico gioco d’intrecci. Nell’Occidente medievale la c., spesso nascosta nel tiburio, sembra confinata alla copertura di edifici religiosi particolari come i battisteri (fig. D). Dal Quattrocento, con la soluzione fornita da F. Brunelleschi per la c. di S. Maria del Fiore a Firenze (fig. E) e poi con le ricerche incentrate sulla c. di S. Pietro a Roma (fig. F), la c., nella sua forma estradossata, viene a caratterizzare lo scenario urbano. L’uso di nuovi materiali (ferro, cemento armato) ha permesso, dall’Ottocento, soluzioni innovative (➔ volta).

Cupola da Enciclopedia Treccani

Rocca dei papi Montefiascone

L’abbiamo visitata oltre alle numero se chiese, un posto inaspettato di architettura medievale, rinascimentale, barocca e tardobarocca.

La Rocca de Papi sorge sul punto più alto di Montefiascone, in posizione dominante sul Lago di Bolsena. Il suo stato semidiruto lascia solo immaginare oggi quella che è stata la sua straordinaria storia.

La costruzione della Rocca fu avviata nel 1207 nell’area dell’antico castello da papa Innocenzo III, che qui pose la sede del Rettore del Patrimonio di San Pietro in Tuscia. Da questo momento, si può dire che non ci fu papa che non vi abbia promosso dei lavori, ma fu Martino IV il primo che la scelse come residenza pontificia, amando molto egli questi luoghi.

Persino Dante racconta nel XXIV Canto del Purgatorio la passione di questo papa per le anguille di Bolsena, di cui era ghiottissimo. Anche durante la Cattività Avignonese, la Rocca mantenne la propria importanza e addirittura nel 1334 qui fu impiantata una zecca, che batté una nuova moneta: la paparina. Urbano V, il primo papa che lasciò Avignone per tornare a Roma, a partire dal 1368 fece di Montefiascone la propria sede estiva e rinnovò la Rocca, trasformandola in uno splendido palazzo ammirato dai contemporanei.

Nonostante interventi importanti promossi dai pontefici nel corso del Cinquecento, alla fine dello stesso secolo la rovina dell’edificio divenne inarrestabile e cominciò la demolizione progressiva delle sue strutture per il recupero di materiale da costruzione. Solo alla fine del secolo scorso è stato avviato il restauro completo delle parti superstiti, che ha portato all’apertura al pubblico del sito e alla creazione del Museo dell’Architettura di Antonio da Sangallo il Giovane.

da Francigena Lazio